ACOS Nazionale

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Associazione Cattolica Operatori Sanitari

CONVEGNO NAZIONALE – CAMPOBASSO

Preghiera di invocazione dello Spirito Santo

Preghiera di invocazione allo Spirito Santo per un’assemblea ecclesiale di governo o di discernimento (quindi sinodale)

Ogni sessione del Concilio Vaticano II è iniziata con la preghiera Adsumus Sancte Spiritus, le prime parole dell’originale latino che significano: “Noi stiamo davanti a Te, Spirito Santo”, che è stata storicamente usata nei Concili, nei Sinodi e in altre riunioni della Chiesa per centinaia di anni, essendo attribuita a Sant’Isidoro di Siviglia (560 circa – 4 aprile 636). Questa preghiera invita lo Spirito Santo ad operare in noi affinché possiamo essere una comunità e un popolo di grazia.  Questa versione semplificata è stata usata nel Sinodo 2021-2023, in modo che qualsiasi gruppo o assemblea liturgica possa pregare più facilmente.

Le nozze di Cana in Galilea

Oggi il brano delle Nozze di Cana, nel quarto Vangelo, ci ripropone in maniera significativa il tema della manifestazione del Signore Gesù: manifestazione che conclude il tempo del Natale, nella solennità dell’Epifania del Signore e poi nella festa del suo Battesimo.

In questa seconda domenica del tempo ordinario la Chiesa ci propone Gesù che inizia così i suoi segni, nella realtà fortemente simbolica per l’Israele di allora, di una festa nuziale. Il Vangelo giovanneo chiama così i segni che non sono soltanto miracoli, eventi prodigiosi, ma indicazioni sulla realtà più profonda del mistero di Gesù. Il contesto delle nozze di Cana ci presenta la mancanza del vino che evidentemente indica una carenza strutturale, fondamentale, una assenza della gioia della festa. Non era pensabile e immaginabile per un banchetto di nozze rimanere senza vino.

In questo brano del quarto Vangelo si pone l’attenzione sulla necessità della presenza di Gesù, nel quale Dio si è manifestato definitivamente agli occhi del mondo.

Gesù, attraverso la trasformazione dell’acqua in vino, mostra la necessità che il mondo ha di Lui; la dimensione degli uomini, la nostra realtà non hanno pienezza di vita, di senso, di esistenza senza la presenza del Signore.

È lui il vino nuovo e buono che rende gioiosa, saporosa e carica di significato, la nostra stessa vita.

È quanto mai significativo, al di là dei tanti rimandi e significati simbolici del testo, che tutto questo inizi dalle parole di Maria, madre di Gesù, che fa presente al figlio che non c’è più vino, quindi non c’è più festa, non c’è più gioia. E poi indica ai servi come comportarsi “fate tutto quello che vi dirà” qualunque cosa dice Gesù fatela!

Le parole di Maria, che la chiesa ci ha affidato da 2000 anni come la via sicura per arrivare da suo figlio (Ad Jesum per Mariam), svelano in maniera piena e carica di significato quello che è Gesù: Il Signore Gesù è il tutto della nostra esistenza. In Lui possiamo davvero realizzare ogni cosa mettendo in pratica quello che lui ci dice. Non dobbiamo aver paura nel compiere le opere indicate dal Signore. Anche quando possiamo avere dei dubbi, anche quando non siamo convinti, la presenza di Gesù è di per sé garanzia di salvezza, di apertura di senso.

Le centinaia di litri di vino che alla fine rendono ancora più gioiosa la festa di nozze a Cana di Galilea, sono il segno per l’umanità intera di cosa deve fare: andare dal Signore! Così la realtà del mondo sarà davvero segnata per sempre dalla gioia, dalla pienezza di senso, da una vita carica di significato. Questo è quanto mai significativo oggi nel tempo che viviamo, nel periodo del Giubileo della speranza, in questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; tutto concorre a far sì che il signore Gesù sia sempre di più al centro della nostra vita e delle nostre scelte, per trasformare in aurora di luce e di speranza e di vita, l’intera esistenza del mondo.

Tratto dall’omelia odierna di Don Massimiliano Gabbricci.

Siena, 19/01/2025

Parliamo del rapporto tra Sanità e IA

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il settore sanitario in numerosi modi, migliorando l’efficienza e la qualità delle cure. Alcuni esempi di come l’IA può essere utilizzata in sanità:

  1. Diagnosi e Prevenzione: L’IA può analizzare grandi quantità di dati medici per identificare modelli e prevedere malattie, permettendo una diagnosi precoce e una prevenzione mirata.
  2. Analisi delle Immagini Mediche: Algoritmi di apprendimento automatico possono analizzare immagini radiologiche, come radiografie e risonanze magnetiche, per rilevare anomalie difficilmente individuabili dall’occhio umano.
  3. Pianificazione del Trattamento: L’IA può aiutare a personalizzare i piani di trattamento analizzando la storia clinica del paziente e confrontandola con dati di pazienti simili per determinare il percorso terapeutico più efficace.
  4. Assistenza Virtuale ai Pazienti: Chatbot e assistenti virtuali possono fornire supporto 24/7 ai pazienti, rispondendo a domande mediche comuni, monitorando i sintomi e ricordando l’assunzione di farmaci.
  5. Gestione dei Dati Sanitari: L’IA può automatizzare la raccolta e l’analisi dei dati sanitari, migliorando la gestione delle cartelle cliniche e riducendo gli errori umani.
  6. Ricerca Medica: L’intelligenza artificiale può accelerare la ricerca medica analizzando rapidamente grandi set di dati per identificare nuove terapie e farmaci.
  7. Ottimizzazione delle Operazioni Ospedaliere: Algoritmi di IA possono ottimizzare la gestione delle risorse ospedaliere, come la pianificazione degli appuntamenti e l’allocazione dei letti, migliorando l’efficienza operativa.

L’implementazione dell’IA in sanità offre enormi potenzialità, ma richiede anche attenzione a temi etici e deontologici senza trascurare il rapporto tra sanitario e paziente. Da tutto questo si generano alcune domande:

L’IA potrà sostituire il rapporto con il malato? Riuscirà a fare diagnosi basandosi solo su algoritmi senza ascoltare il malato? Al paziente basterà il rapporto con la macchina senza interagire con l’umano?

Parliamone con gli esperti e discutiamone insieme durante il corso del prossimo 7 febbraio a Siena!

Rinasce l’ACOS EMILIA ROMAGNA

Una gioia associativa grande all’inizio di questo nuovo anno 2025.

La regione Emilia Romagna ha la sua espressione regionale nell’ACOS.

Grazie a Omar Fabbri e un gruppo entusiasta di colleghi parte da gennaio il gruppo ACOS Emilia Romagna.

Giovedì 12 Dicembre 2024 presso i locali del Comune di Mercato Saraceno,  su richiesta di alcuni operatori sanitari della regione Emilia Romagna si è svolta una riunione con il gruppo di fedeli che ha fatto richiesta per la costituzione del GRUPPO ACOS EMILIA ROMAGNA. Era presente Stefania Cecchi, Vicepresidente Nazionale, in rappresentanza del Presidente Nazionale. Dopo la relazione della Vicepresidente che ha definito gli obiettivi e le finalità dell’Associazione ACOS, è seguito un dibattito e il gruppo ha rinnovato la richiesta ufficiale di costituzione del gruppo regionale.

Il gruppo Regionale inizia pertanto la sua attività a far data dal 01/01/2025.

I gruppi regionali rappresentano un importante cardine per l’ associazione che proprio localmente si sente impegnata a realizzare gli scopi associativi. Con determinazione e impegno, ogni gruppo associativo ha il potenziale per diventare una forza trainante di miglioramento sociale e sanitario nelle strutture sanitarie regionali, creando un futuro migliore per le generazioni presenti e future.

Al nuovo gruppo i migliori auguri per un profiquo cammino associativo insieme.

   

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